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A proposito di rappresentanti...

  • Giòrgio Rossi
  • 10 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono tante le grandi domande esistenziali che affliggono l'umanità: Dio esiste? Siamo soli nell'universo? Perché Giòrgio ha un accento sul nome? Cosa spinge uno studente qualsiasi ad ambire alla carica di rappresentante? Sarà l'amore per la nostra scuola? Forse la loro ambizione di diventare oligarchi? O forse la mole di ore che perdono ogni settimana una volta eletti? Probabilmente non lo sapremo mai, però possiamo provare ad analizzare tali soggetti per riuscire almeno a capirlo in parte.

Quest'anno le quattro liste per le candidature erano molto differenti tra loro: avevamo il mitico Matteo Santori, in compagnia del suo fedele scudiero Crescente, che coraggiosamente si sono candidati pur essendo in terzo. C'erano poi i ragazzi di Headlight®, che hanno portato una ventata di modernità, anche se purtroppo proponevano solo quello... C'era il grande Alessandro Scolaro, che ahimè non ce l'ha fatta quest'anno, probabilmente lo hanno sfavorito delle foto che lo ritraevano al concerto di Justin Bieber. Ma a trionfare non sono stati loro, bensì un quartetto formidabile che ho avuto l'onore di conoscere come pure molti di voi.

Partiamo subito con un pezzo da novanta, Giacomo Amaolo, veterano del classico e tra i rappresentanti, il suo nome è conosciuto anche nei più reconditi angoli della scuola. Sotto i suoi 7 Kg di capelli si nasconde un rappresentante in grado sia di animare la più noiosa delle assemblee, che di placare la più accesa delle dispute (anche perché non riesce a dormire se c'è baccano). Lo possiamo definire come Il Maestro Yoda della situazione, che si sveglia solo nei momenti di vera necessità.

Passiamo ora ad un altro rappresentante al secondo mandato, Massimiliano Follenti. Lui lo potete trovare in qualsiasi corso extrascolastico, da quello di recitazione a quello per la patente dei camion. Ogni festa d'istituto che si rispetti non è tale se lui non vi recita, ed ogni volta ci emoziona a tal punto che siamo quasi tentati di spegnere il telefono ed ascoltare. Io lo vedo un po' come il tuttofare dei quattro, come il Power Ranger rosso, senza il quale non si riesce a sconfiggere il cattivo, che nel nostro caso sono le lunghe e strazianti ore di scuola.

Il terzo è l'unico che non fa parte di quel luogo ameno e lugubre che è il classico, parlo di Leonardo Borraccetti. A prima vista non gli daresti un briciolo di fiducia neanche per portare fuori il cane, ma attenzione, all'assemblea era capace di tirarti fuori in un secondo la produttività degli immigrati provenienti dal Gabon senza possibilità di controbattere. È l'incarnazione civitanovese del russo di Rocky IV, all'inizio lo si sottovaluta, ma a "spiezarti in due" è un attimo.

Per ultimo ma non meno importante (forse) c'è il finlandese Carlo Sabatucci. Probabilmente è stato eletto grazie ai voti delle 2002, ma facciamo finta che qualcuno abbia creduto in lui e cerchiamo di trovargli qualche pregio. Perché c'è qualcos'altro oltre i vestiti della Carhartt in lui, c'è tanta voglia di lavorare e girare per le classi, non per perdere ore di lezione, ma per prendersi cura di noi elettori. Ho solo un punto interrogativo su di lui: quando si libererà di quelle orribili bandane e quei cappelli, crimini contro la nostra vista?

 
 
 

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