top of page

Figli di un disperato amore

  • Giòrgio Rossi & Carlo Sabatucci
  • 10 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Sfaticati, perditempo, privi di ideali, sogni e passioni.

Queste sono le critiche che molto spesso sentiamo pronunciare dai politici, opinionisti televisivi, professori o, talvolta, dai nostri genitori su di noi giovani adolescenti. Sì noi, quella “gioventù bruciata” che in realtà di sogni e passioni ne ha in abbondanza e che strenuamente combatte ogni giorno per determinare la propria identità. Sicuramente in età adolescenziale si sperimentano sentimenti come sfiducia, incertezza e persino una sorta di “precarietà esistenziale”; esse sono, tuttavia, soltanto una fase transitoria tipica del periodo che si attraversa. L’identità si forma attraverso le risposte che si riescono a dare all’incertezza, risposte che si costruiscono sia individualmente sia collettivamente.

In Italia – più che altrove – quest’incertezza si è estesa a livelli “patologici”, ma sono veritiere queste accuse che ci vengono mosse? Sfidiamo chiunque di voi a dire di “sì”. Le idee ci sono, così come gli ideali ben radicati nel nostro animo, ma, in particolar modo, è forte e viva in ciascuno di noi l’incessante voglia di rivalsa e di sentirci protagonisti, seppure nel nostro piccolo, di qualcosa che ci emozioni e ci coinvolga.

Allora perché nella maggior parte dei casi non scatta quella scintilla che ci spinge ad alzarci dal letto, prendere in mano la nostra vita e cambiarla in meglio, invece che rimanere sotto le coperte ed esclamare, un po’ sconsolati, “So I start a revolution from my bed”( frase emblematica di, per chi non lo conoscesse, Noel Gallagher, chitarrista degli Oasis).

La risposta che ci è venuta più spontanea è stata che oggi non abbiamo più grandi figure di riferimento o modelli da seguire, che partecipino attivamente a qualcosa che desti nuovamente la voglia di reagire, di ribellarsi. I cantanti, gli sportivi, gli attori e via dicendo sono discreti modelli per gli adolescenti perché portatori di idee sane e stimolanti, ma, dove sono quelle figure che facevano interessare i ragazzi in ambito politico e sociale, che li portavano in piazza a difendere i loro ideali, il loro paese, che gli insegnavano a combattere laddove qualcuno cercasse di negargli la propria libertà? I nostri padri, figli di quel disperato amore, hanno avuto per fortuna (o sfortuna) le ultime figure reduci dall’ultimo periodo di autoritarismo, dai quali erano spinti a credere fermamente, gettando sangue e lacrime in qualcosa che li rappresentasse e che era probabilmente più grande di loro, ma che ritenevano raggiungibile attraverso una comune unione e sostenendo con forza e decisione le proprie idee.

Lasciamo libera scelta ad ognuno di voi su quali siano stati i personaggi che hanno caratterizzato la storia precedente, ci teniamo, però, a farvi soffermare su un aspetto importante: su chiunque ricada la vostra preferenza, l’unica cosa, che è anche la più importante, è che questa persona, chiunque essa sia, vi coinvolga pienamente in qualcosa di grande e possa aiutarvi a costruire il vostro futuro, ricoprendo un ruolo che i personaggi di oggi non sono più in grado di rivestire. Notate bene, però, che questa mancanza di grandi miti ci lascia una grande possibilità e responsabilità: quella di diventare noi stessi dei miti.

 
 
 

Comments


Grazie a...

Dona con PayPal
bottom of page