La monotonia
- Linda Sagripanti
- 10 mar 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Il posto è sempre lo stesso. Sulla cima della collina più alta del paese, in mezzo all'erba e alle steppe si ritrovano poco dopo le 4 d'inverno, un po' più tardi dopo il solstizio, e decisamente più tardi d'estate. Ormai conoscono a senso i movimenti del sole e sanno l'ora giusta per riuscire a godersi il tramonto, in qualsiasi stagione, e non mancano un appuntamento, a qualsiasi temperatura e a dispetto di ogni impegno.
Aprono una moretti da 33 e si guardano. Lene stenta a bere.
Marco: Pensi di lasciarla lì?
Non risponde.
Marco: Ma che hai?
Marlene: E' tutto uguale.
Marco: Tutto uguale? Marlene: E' sempre lo stesso e non cambia mai.
Marco: Lene, quante volte te l'ho detto che non devi drogarti senza di me?
Ride.
Marlene: Sono seria. Non sei mai stufo? Non ti stanchi mai di: alzarti, bestemmiare, scuola, casa, compiti, pausa sigaretta, compiti, veniamo qui, torniamo, finiamo di studiare. E poi magari ce la prendiamo in quel posto lo stesso perché non basta. Non trovo il tempo di vivere. Mi viene da piangere.

Marco: Quindi dopo quasi 5 anni hai realizzato oggi che la nostra vita è monotona. Scoppio ritardato?
Marlene: Hai ragione. Ma oggi, dopo essere tornata a casa, mentre facevo la moka e guardavo il caffè venir su, mi sono girata a destra e ho visto Spinoza e..
Marco: Il tuo gatto o la foto sul libro di filosofia? O magari ti è tornato a trovare dall'oltretomba?
Marlene: Dai! A destra c'era il gatto, a sinistra mia madre che puliva e davanti a me lo stesso vaso di fiori finti, e per un attimo mi è sembrato di avere un dejà-vu, poi mi sono accorta che no, non era uno scherzo del cervello, era semplicemente una scena che rivivo ogni giorno, sempre allo stesso modo, come un loop, un disco rotto. Sai quei film dove la gente rivive sempre lo stesso giorno e cerca di uscirne? Così.
Marco: Lo so Lene, ma io e te abbiamo l'altro a posta e ci prendiamo il tempo per spezzare quando veniamo qui. E ogni cosa che ti dico e ogni cosa che mi dici, quello che pensi e che sogni e che speri io me la tengo stretta, così come tu con me, e un giorno andati via da qua le tireremo fuori, e allora ci sarà da divertirsi.
Marlene: Non lo so amico...penso che alla fine di tutto le cose che non vogliamo mai dire sono quelle in superficie, capisci che intendo? Spesso va a finire che io e te ci raccontiamo di tutto, tutto quello che ci ha fatto più male, di tutte le persone e le cose che ci hanno preso e sballottato fino a farci rimanere poco di quello che siamo, raccattiamo i nostri pezzi insieme quando qualcuno va via e cerchiamo di non farci sentire troppo in colpa quando siamo noi quel qualcuno, perché fa parte di questo fare del male e farsi male, e perché ci fa paura diventare i carnefici di qualcuno dopo essere state noi le vittime, ma non ci diciamo mai quello che passiamo ogni giorno e che piano piano ci logora. Ad esempio io mi sento in colpa se prima di andare a dormire non mi strucco o quando fumo troppo, quando non trovo il tempo di portare a spasso il cane e poi Dio quanto mi sento uno schifo quando non studio, perché non è vero che non me ne frega niente, ma sono cose che non dico mai. Sono cose che tengo per me pensando ''domani cambierò'', ''domani sarò un'altra'', domani smetto con gli errori e le cattive abitudini e mi riprendo e faccio funzionare le cose, metto gli ingranaggi alla vita, ma poi non lo faccio mai e aspetto la spinta. Ma non c'è nessuno a spingermi perché nessuno può farlo tranne me, e ogni spinta che ricevo al massimo mi manda più in basso, più che una spinta mi serve un salto.
Marco tracanna l'ultimo sorso e si alza, le tende la mano.
Marlene: Lo sai che non ti sposerò mai, evita richieste inutili.
Marco: Alzati, cretina.
Marlene: Bene. E ora?
Marco: Giuro solennemente che mi impegnerò, perché tu non riviva sempre la stessa scena, e perché possa evitarlo anch'io. Giuro che se serve vengo a casa tua col motorino a -20° e ti riaccendo. Lo giuro qui davanti al sole che scende.
Marlene finisce anche lei la birra, la appoggia e:
Giuro solennemente di essere disposta a prendere 3 in chimica ma a vivere come si deve. Senza loop, niente più cassette inceppate sempre allo stesso punto. Lo giuro qui, davanti a te, e alla luna che sale.
Sorridono. Prendono le birre vuote, danno un'ultima occhiata alla vista che le loro case non offrono, poi si incamminano. Forse qualcosa è cambiato.
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