Verba volant, sisma manent
- Mattia Castellucci
- 10 mar 2017
- Tempo di lettura: 3 min
C’è chi usa parole per descriverlo, altri ne riproducono il suono, altri ancora chiedono a Dio il perché, i restanti ci ridono.

Quel 18 gennaio nessuno avrebbe mai immaginato una cosa simile, eppure, in una frazione di secondo, ci sono tornati alla mente tutte le paure, timori e ansie che per mesi avevamo cercato di sopprimere.
Tornano alla mente quelle cifre: 5, 5.5, 6, 6.6, torna alla mente il nostro lampadario, la traumatica sveglia del famoso 30 ottobre. “Una sequenza di magnitudo così alte senza precedenti” si sente dire al telegiornale, e in quel momento diventiamo tutti esperti, formuliamo ipotesi senza alcun fondamento causando una paura generale. Di certo si sa che quel 24 Agosto non è stato segnato dall’apertura di una nuova faglia, poiché si tratta di quella stessa che ha causato il terremoto il 9 Aprile all’Aquila, di magnitudo 5.9 e profondità 8.8 km. Prova di questa ipotesi è la profondità delle scosse di quest’ultimo sciame, che varia dai 9 ai 9.5 km. Ulteriore ipotesi è che la faglia, dalla quale si sono originati questi due terremoti disastrosi, sia anche causa del terremoto in Emilia Romagna del 29 Maggio di gradi 5.9 (preceduto il 20 maggio da una scossa di stessa entità) e profondità 9.6 km.
Il terremoto più disastroso avvenuto in Italia, tuttavia, ha avuto epicentro tra Reggio Calabria e Messina, che con una magnitudo di 7.4 ha causato un maremoto e ben 100.000 morti, di cui solamente 80.000 a Messina. Cifre folli che fanno rabbrividire, ma, purtroppo, l’Italia è un territorio ad altissimo rischio sismico, tra Alpi, Appennini, Etna e Vesuvio. Molte sono state le critiche al ritardo dell’arrivo dei soccorsi, come molte furono quelle del 2009 e 2016.
Il terremoto del 24 Agosto ha avuto come epicentro Amatrice, Accumuli e Rieti, cittadine al confine tra Marche, Umbra, Abruzzo ed Emilia Romagna, ed ha causato ben 300 morti, pochi in meno rispetto a quello dell’Aquila. Impressionante è il fatto che il sindaco, sig. Sergio Pirozzi, abbia dovuto chiamare in diretta televisiva i soccorsi, poiché “Amatrice non c’è più”, come altrettanto impressionanti sono le immagini delle città rase al suolo.

Macerie su macerie che coprono la strada come le lacrime che bagnano il viso di chi ha perso tutto. Immaginate il dolore di chi ce l’ha fatta, ma ha perso tutto, la casa, i parenti, il lavoro. Città a noi vicine, come Castelluccio, sono state colpite dal terremoto e rase al suolo, città dove tutti fino ad un attimo prima dormivano, persino in vacanza in qualche hotel.
Noi tutti abbiamo dimostrato di essere solidali, donando poco del nostro a coloro che ne hanno bisogno. Sono stati donati, attraverso il numero solidale (45500) ancora attivo, ben 6 milioni di euro dal 24 agosto ad oggi e noi abbiamo contribuito con 5905 euro, raccolti tramite lo Spettacolo di Natale, la pesca di beneficenza e l’iniziativa “1€ per i terremotati”, che consiste in un contributo mensile da parte di tutte le classe del liceo.
Come ben sappiamo il modulo previsto per l’evacuazione causata dal terremoto del 18 gennaio, non è stato seguito da nessuno, neppure dai bidelli, che non dovevano suonare la campanella per 5 volte, come nella prova che simula la scossa, ma avrebbero dovuto dare l’allarme al termine della scossa, per avvisare che fosse possibile uscire. Ognuno certamente comprende, però, che se ci si fosse trovati al posto del personale di turno in quel momento, ci si sarebbe preoccupati di mettersi in salvo prima di suonare la tromba; questo però non funge da attenuante di un sistema obsoleto, in quanto si potrebbero installare (come nelle più recenti scuole) un segnale di emergenza automatico con sensori alle pareti.
Tra le varie lamentele si è letto anche che la scuola andava chiusa, sono stati creati i più svariati memes sul Sindaco e ipotizzati blocchi all’entrata. Voi non ve la meritate una scuola del genere. Voi che siete a 130km di distanza dall’epicentro. Avere paura è naturale e comprensibile, ma il Sindaco non è di certo un incompetente che non si cura della salute degli studenti, avendo anche una figlia essa stessa studentessa. Vi ricordo che gli studenti delle zone terremotate pagherebbero per frequentare una scuola così lontana dall’ epicentro, dalla neve che sta creando così tanti disagi e morti, ma soprattutto antisismica, perché è un bene che quel vetro si sia rotto, poiché tutta la forza accumulata dalle mura si è sprigionata non in crepe, che pur ci sono ma non nuove, ma in un vetro, solamente un vetro. Dopo il 24 Agosto si è sentito dire per tante volte: “Noi non vi abbandoneremo, ricostruiremo immediatamente, saremo sempre con voi”.
Parole che sembrano essere state sepolte dalla neve, insieme ai terremotati stessi.
Sono passati più di 4 mesi e soltanto pochi giorni fa sono partite le prime proteste pacifiche contro questo abbandono, perché “verba volant, sisma manent”.
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