Solaris: viaggio (di sola andata) dentro se stessi
- Giacomo Rocchetti
- 8 mag 2017
- Tempo di lettura: 3 min
È veramente difficile attraverso un testo scritto spiegare qualcosa di ignoto alla massa (intesa come gruppo esteso di persone), ma è ancora più estremo convincere i lettori a ricercare, e quindi a far piacere, qualcosa che non avevano mai sentito prima (e che magari non rientra nelle loro preferenze). Ma, tutto sommato, cosa hanno fatto gli scrittori dall’alba dei tempi? Detto ciò, benvenuti all’interno di Solaris, romanzo scritto nel 1961 dal polacco Stanisław Lem (1921-2006), capolavoro nonché suo testo più conosciuto, trasposto cinematograficamente ben due volte (la prima nel 1972 dal leggendario regista russo A. Tarkovskij), capostipite e pietra miliare della cosiddetta fantascienza filosofica. Per comprendere meglio come questo libro sia indiscutibilmente una svolta all’interno del mondo letterario del genere fantascienza basta uno sguardo alla trama. Dalla stazione spaziale in orbita intorno al pianeta Solaris, abitato da un'unica forma di vita, un immenso oceano di magma 'pensante' illuminato da due soli (da qui il nome), giungono strani e ambigui segnali. Verrà inviato lo psicologo Kelvin per condurre studi di livello ambientale e biologico volti a decidere se far proseguire o meno la missione. Nella stazione orbitante Kelvin si ritrova subito in un ambiente trasandato e malridotto, insieme a due scienziati (Snaut e Sartorius) dagli inquietanti e indecifrabili comportamenti. Essi riferiscono di strane materializzazioni che si presentano loro al risveglio dal sonno. Da questo momento in poi anche per Kelvin avverranno fatti al limite dell’assurdo (strane apparizioni, morti che ritornano in vita, ecc.) che paradossalmente lo porteranno a calarsi a pieno nel profondo di se stesso.
Ma andiamo con ordine: dunque, che cosa è mai accaduto? Il pianeta Solaris è composto da un oceano di plasma esteso su tutta la superficie, un’enorme massa che può modificare il suo peso e può recepire i segnali esterni, modificando se stessa nei confronti degli altri. Nel tentativo di stabilire un contatto col pianeta pensante gli scienziati hanno creduto opportuno bombardarlo con fasci di raggi X ottenendo il risultato più sperato eppure più agghiacciante: la risposta del pianeta. Solaris infatti sviluppa un meraviglioso e feroce (per gli interlocutori umani) processo di analisi e probabilmente di risposta, captando i segnali delle loro coscienze a livello subliminale nella fase del sonno (per Kelvin ad esempio è il ricordo della compagna Harey morta tempo addietro suicidandosi) ricreandoli ex nihilo. Così l'uomo si ritrova di fronte, estrapolate dalla palude più inconfessata della sua coscienza, le ossessioni, le paure, i ricordi più tormentati, i sensi di colpa incarnati o meglio re-incarnati. Ma questo non è sopportabile e. a lungo andare, si crea un pericolo per la salute mentale degli studiosi nella base solariana.... C'è, inoltre, la storia d'amore struggente e disperatissima tra Kelvin e Harey: vivendo con lei, o meglio col fantasma di lei, Kelvin comincerà ad amarla come un tempo, fino a che la stessa Harey, a causa di un incidente per cui rischierà di morire, capirà e comprenderà la sua natura e perciò deciderà volontariamente di sparire per preservare l'equilibrio mentale di lui.
Ma a questo punto il ventaglio di riflessioni diventa ampio: sulla mente, sui suoi confini... Kelvin ha viaggiato migliaia di chilometri, appreso moltissime conoscenze tecnicistiche, ma è l'esperienza Solaris che lo ha cambiato; ed è quando si è trovato a combattere con la proiezione più reale e intensa di se stesso che i suoi meccanismi interiori si sono inceppati e forse guastati irrimediabilmente. Il viaggio più periglioso non è quello nello spazio profondo, alla ricerca di vita aliena, ma quello che si svolge nella profondità del proprio essere. O meglio: più l'uomo si addentrerà nei misteri del cosmo più sarà la sua intima essenza, quella davvero segreta e riposta a mostrarglisi. L’unico viaggio senza ritorno è quello dentro se stessi. Facile per Ulisse combattere, ingannare, 'vedere molti luoghi' rimanendo in superficie, andando così, come dire, di avventura in avventura. Ma è a guardare dentro la propria essenza ultima che si rischia l'unico naufragio. Dunque 'Su ciò di cui non si può parlare è meglio tacere'. Ma è davvero così? E questo è a mio modesto avviso il messaggio più profondo di Lem, colui che ha riscoperto e reinventato il mondo della fantascienza, sotto una luce più “umana”.
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