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Morale o Moralista?

  • Marta Finocchi
  • 8 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Soltanto un gruppo di ipocriti moralisti o una generazione sincera? A quale società apparteniamo noi che da ogni notizia sconvolgente estraiamo massime morali? Parliamo di avvenimenti difficili da analizzare dagli stessi esperti eppure noi, giovani commentatori, subito prendiamo una posizione dimostrando la nostra capacità di giudizio, avvalendoci di opinioni per noi sacrosante e incontestabili. Dotati di menti sopraffine siamo capaci di trarre dogmi universali e conclusioni esistenziali dai pensieri più profondi, i quali desideriamo ostentare in cambio di stima e fama. Davvero è così o è come si vuole far credere? Essere in grado di giudicare tali fatti richiede un ingente ragionamento, una determinata esperienza, acquisita con tempo e con ricerca; precipitarsi in conclusioni premature e superficiali è quindi il rischio più frequente. Si sfocia perciò in un moralismo ipocrita che cerca di racchiudere il senso della vita in un riassunto di ciò che si è sentito dire precedentemente da qualcuno che ne sa più di noi. Attualmente infatti, moralista è colui che fa uso di principi costruiti per censurare il comportamento altrui, si avvale della morale ossia i valori ai quali si attende l’individuo, e la corrompe distorcendone le modalità d’uso. Siamo tutti molto bravi a commentare situazioni delle quali non siamo protagonisti, credendo di possedere le qualità adatte e di conseguenza, involontariamente, reputandoci superiori. Il moralismo fa parte della società attuale ma allo stesso modo la sincerità. La differenza è talmente sottile da essere quasi inafferrabile. Un parere sincero però implica anche il rispetto dell’opinione altrui, chi meglio di noi può esprimere liberamente ciò che davvero pensa, sradicandosi da concetti morali già costruiti, essendo capace di vedere la realtà ognuno diversamente? Che bisogno c’è perciò di fare i moralisti? La nostra generazione ruota in gran parte attorno a questo principio. Non sono necessari ideali ipocriti per difendere la nostra persona e colmare la mancanza d’intraprendenza. Mi viene spontaneo quindi riflettere su quando un’opinione sia davvero sincera o risulti ipocrita e, in conclusione, moralista sono anche io che scrivo di moralismo poiché giudico chi lo fa?

 
 
 

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