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Progresso o egoismo e follia?

  • Giòrgio Rossi & Carlo Sabatucci
  • 8 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Da molto tempo ormai è al vaglio dell’opinione pubblica un grande tema che riguarda la possibilità per le coppie omosessuali di adottare e crescere un figlio. Attorno a questo argomento orbitano varie sfere di pensiero che periodicamente entrano in collisione esplodendo in polemiche infinite.

Ma che cosa sta accadendo oggi? Oggi si dibatte sulla mercificazione della maternità della donna, sulle leggi che regolano questa pratica, sulla posizione della Chiesa e sui pareri degli psicologi. La prima domanda che ci sorge è proprio sulla figura materna, che sta diventando un ente superfluo da sopprimere o da ridurre ad un utero in affitto per la gioia delle coppie omosessuali che vogliono comprarsi un figlio. Ma dove sono le grandi paladine del genere femminile e di conseguenza dell’essenziale figura materna, che vedono davanti ai loro occhi una cosa di questo tipo? Un altro quesito che ci poniamo, riguarda la posizione degli organi giuridici che, come accaduto nel caso della Corte d’Appello di Trento, hanno riconosciuto ad una coppia gay la possibilità di essere considerati entrambi padri di due gemelli nati negli USA, arrogandosi il diritto di colmare un vuoto giuridico, confermando la piena legittimità dei loro desideri e aggiungendo che non c’è bisogno di geni per chiamarsi genitori. E gli psicologi? Secondo loro il rischio è che, anziché rispettare la diversità, si finisca per cancellarla. Ossia creare nel bambino l’impossibilità di riconoscere la differenza delle figure genitoriali e di costruire, in autonomia, la propria identità. Secondo la psicologa Mariolina Ceriotti Migliarese, l’adozione da parte di coppie omosessuali è un insulto all’intelligenza del bambino. Visivamente – secondo lei -, si nega il valore della differenza: se ci si basta tra uguali, non si capisce quale sia l’apporto dell’altro sesso. A perdersi, in questo appiattimento di figure e ruoli, è l’insostituibilità di una delle due figure genitoriali tipiche della famiglia tradizionale. Tornando al caso di pochi giorni fa riguardante Trento, per la stessa psicologa, interrompere quel dialogo biologico-affettivo tra madre naturale e figlio, è una forzatura che farà male ad entrambi. Con le dichiarazioni del presidente dell’Ordine degli Psicologi Fulvio Giardina, sfatiamo però il falso mito secondo il quale da coppia omosessuale nasce bambino omosessuale. Egli afferma infatti che è di cruciale importanza il modo in cui i genitori, siano essi omosessuali o no, crescano il proprio figlio, rispettando il suo sviluppo emotivo-affettivo e non manipolandolo, imponendogli il loro modello, nel caso della famiglia omosessuale. Ma in tutto ciò, l’altro paladino dei valori religiosi e cristiani (o che ciò dovrebbe essere), dov’è? Il Papa tace, non ponendosi in difesa di quei valori che la Chiesa identifica come Sacri e che sono rappresentati dalla famiglia tradizionale.

In conclusione, di tutto ciò si parla molto ma non si prendono concrete decisioni o provvedimenti, lasciando spazio ai moralisti che considerano la famiglia tradizionale ormai démodé e l’amore che vince anche davanti alla natura. Progresso o egoismo e follia? A voi la scelta.

 
 
 

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