Intervista alla Morte
- Giacomo Rocchetti
- 7 giu 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Incontro con il personaggio più influente della storia.
Anno 2016. In una fredda giornata di Ferragosto, il mio tempo passava tra una puntata di Gomorra e un’altra. Tutto bello e allegro, fino a che il dovere bussò alla mia porta. Dovevo buttare la spazzatura, ma un fulmine, facendo un volo acrobatico con un triplo carpiato all’indietro, mi colpì. Da lì in poi, la Morte parlò con me. Vi riporto la chiacchierata che ho fatto con lei. TENETEVI FORTE.
IO: D-dove sono? Sono morto?
MORTE: Non sei morto, cretino. Sei nel limbo dei non-morti. Se non fosse per me, bruceresti già con gli eretici. A che ti servono tutti quegli alberi in giardino, che svieni solo per raccogliere delle “margheritine”?
IO: Spiritosa lei!! Comunque, tant’è che sono qui, a causa tua, vorrei farti un po’ di doman…
MORTE: Lo so già, sennò perché ti avrei tenuto in vita? Io sono la Morte, sono onnisciente.
IO: Come Dio?
MORTE: Chi è Dio? Un’altra Morte? Guarda che sono unico/a e irripetibile.
IO: Va bene, fa niente. Cominciamo con la prima domanda: Chi sei tu? Come esisti?
MORTE: Vuoi pure un motivo? Siete voi ad avermi creato/a.
IO: Come, che intendi?
MORTE: Non lo capisci? Se foste immortali, allora non ci sarebbe problema, farei un altro mestiere. Ma siccome voi avete una fine, c’è bisogno di qualcuno che intervenga nel momento opportuno, e zac! Ecco che la vita se ne va. Ma il problema non sono io, è il vostro schifoso stile di vita che vi uccide. Sempre a correre dietro al tempo, come se fosse una gara. Vedi? Non è colpa mia, siete artefici del vostro destino.
IO: Accidenti, chi ci avrebbe mai pensato? Ma piuttosto, prima hai utilizzato degli aggettivi “bisex”. Infatti hai detto “unico/a” e “creato/a”. Perché?
MORTE: Non ho un sesso, quelle sono limitazioni che voi patetici vi date da soli. Mi definirei come neutro. In fondo, sono la rappresentazione della neutralità.
IO: Quindi sei imparziale nel tuo ruolo?
MORTE: Chi può dirlo?
IO: Ma prima hai dett…
MORTE: Lasciami rispondere, screanzato! Dove l’hai lasciata l’educazione, con la spazzatura? Stavo dicendo che di solito sono neutrale nel mio lavoro, non mi curo di chi muore o perché una persona muoia o meno; se fosse per me, non avrei nulla a che fare con voi consumisti del tempo. Ma mi è capitato, nel corso della storia, di fare il tifo per alcune fazioni o schieramenti, di cui l’esito è stato determinato da me. Ho questa facoltà nascosta, posso decidere chi far morire prima, per divertimento.
IO: Quindi te sei stato/a artefice della storia?
MORTE: Ma sei sordo? L’ho appena detto. E io che pensavo di aver salvato uno per bene.
IO: Va bene, passiamo oltre. Potresti farmi qualche esempio?
MORTE: Se non ricordo male, mi è capitato di prender parte a eventi positivi e negativi, esaltando eroi e massacratori. Giovanna d’Arco è la mia preferita, grazie al mio aiuto è riuscita a far vincere la Francia nella guerra dei cent’anni. Peccato che sia morta, ma non è stata colpa mia. Lo sai che vuol dire fare un interrogatorio di quel tipo? Ci ho provato, ma ormai sapevo il futuro che le spettava. Per i massacratori della vostra misera umanità, mi vengono alla mente Hernan Cortes, Hermann Göring e Josef Mengele. Ma non Hitler, non sia mai. Sono cinico/a, ma non fino a questo punto.
IO: Bell’esempio di onestà. Ma non sei cinico/a e bastardo/a con tutti, o sbaglio?
MORTE: Solo con i valorosi e i puri di cuore sono più buono/a. Te ritieniti fortunato, sei qui solo perché volevo un po’ di compagnia.
IO: Ultima domanda: Perché ti chiami “morte”?
MORTE: Non avevo in mente che nome darmi all’inizio, perché non avevo inventiva. Poi, sentendo alcuni vostri coeta… ehm, pardon, antenati cavernicoli mugugnare qualche versaccio simile al nome “morte”, nel momento in cui gli portavo via la vita, ho deciso di prendere questo nome. Poi ho cominciato ad usarlo più spesso, perché ho notato che vi sentite al sicuro nel sapere che qualcosa di familiare concluda il vostro destino. Siete attaccati alle tradizioni. Stessa cosa per il mio vestito: avevo freddo le prime volte, e l’unica cosa che avevo trovato era un mantello nero. Avete in mente la morte vestita col pigiama. Oh, perbacco, si è fatto tardi, ti devo salutare. Il dovere bussa alla mia porta.
IO: Ma io vorrei fart… (schiocco di dita)
Rinvenni come un pesce che non respira fuori dall’acqua. A quanto mi dissero i vicini di casa, ero rimasto in uno stato di shock per 10 minuti, con un’espressione quasi sorridente, come se stessi vivendo qualcosa di spassoso. Il fulmine mi aveva solo sfiorato, a quanto pare. Tutti urlarono al miracolo, all’intervento divino; la mia unica risposta fu una grassa e sonora risata. Cosa potevo dire di più? Chi poteva credere che avevo fatto una chiacchierata con la morte?
Comments