La fine di un lungo viaggio
- Linda Sagripanti
- 7 giu 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Cari primini,
voi che avete appena finito il vostro primo anno, di qualunque indirizzo, questa è dedicata a voi, o almeno ai pochi che leggeranno.
Ho scritto questa lettera in corriera mentre tornavo a casa dopo una birra media e lo stomaco vuoto, dopo una settimana di sonno scarso, e alla fine di una brutta giornata, insomma, non al pieno della mia lucidità, ma con tutto il cuore. Ho avuto l'idea di raccogliere quel poco di saggezza raccolta in questi anni, se così la si può chiamare, tra risate, pianti, pugni contro le porte del bagno, e parlo da quasi diciannovenne alla fine del mio tanto sudato percorso scolastico.
Non sono sicura di nulla di ciò che riguardi il futuro, ma ho avuto tempo di analizzare per bene ogni evento del mio passato. Potrei dirvi come si copiano i compiti dopo 5 anni di liceo classico, ma l'arte del copiare non mi è mai appartenuta; potrei parlarvi di come passare l'anno facendosi apprezzare dai professori quel tanto che basta, ma non sono mai stata brava, mio malgrado, a leccare il culo. Potrei dirvi, ancora, come si recuperano 5 materie a maggio ma, si sa, non c'è molto altro da dire se non che bisogna mettersi sotto. Nonostante tutto, ho imparato qualcosa che c'entra poco con i logaritmi, la biochimica e le declinazioni: ho imparato che essere adolescenti è difficile. Ho imparato che non per tutti questi sono gli anni migliori e che l'adolescenza, proprio come la vita in ogni sua fase, raramente è come ce l'aspettiamo. Ho imparato che i cuori spezzati hanno qualcosa in più degli altri, che quando ad un certo punto, qualcosa in noi si rompe, è solo per far venir fuori qualcos'altro che non conoscevamo e che, come dice Cohen, ''Da ogni crepa esce la luce''. Il nostro valore è spesso più visibile agli altri che a noi, e ce ne vuole per imparare a sapersi guardare da fuori. In questi anni è difficile capire la differenza fra chi si è e chi si finge di essere, trovare un posto nel mondo, mantenere rapporti stabili con gli amici, la famiglia e le passioni, che ci fanno da punto di riferimento, senza cui ci sentiamo persi; abbiamo disperatamente bisogno di certezze e fatichiamo ad accettare che proprio questi sono gli anni delle incertezze, gli anni in cui si barcolla, ci si muove con pochi punti fermi che durante il percorso vengono, in un modo o nell'altro, smussati. Sono gli anni dei primi errori e delle prime scelte importanti, gli anni in cui raggiungiamo le vette più alte, gli anni in cui è più facile precipitare. È questo il tempo in cui vogliamo capire cosa abbiamo da offrire al mondo e non trovare un nostro posto, non vedere quanto brilliamo, ci fa spegnere. Perciò, se c'è qualcosa che alla fine di tutto sento di dire, di dirvi, è questa: amatevi. Amatevi, e tutto il resto verrà da sé, perché la lezione più dura per molti di noi è proprio questa: rimanere fedeli a noi stessi, volerci bene. Quindi trasmettete il vostro amore agli altri e lasciate, quando serve, che siano gli altri a ricordarvi chi siete e quanto valete. Fate foto dei momenti più belli, ma sappiate riconoscere la bellezza di tenere quei momenti per voi. Siateci l'uno per l'altro, non fatevi la guerra a vicenda. Un vecchio saggio, qualche secolo fa, era solito dire: ''Ama il prossimo tuo come te stesso'', ma io preferisco dire il contrario, perché è più facile di quanto si possa immaginare innamorarsi prima delle anime altrui e poi della propria. Tutto quello che vi tocca vi trasformerà, sta a voi se scegliere di diventare qualcuno di migliore, qualcuno di peggiore. ''Prendi la vita con leggerezza'', diceva Calvino, usate la vostra forza come arma contro le amarezze della vita e non fatevi scalfire al punto da non rimanere nulla. Imparerete presto che i treni passano in continuazione, perciò sappiate accettare le perdite, arriverà, se sapete essere pazienti, qualcosa, qualcuno, a colmare quei vuoti.
In conclusione, che abbiate appena iniziato e non vediate già l'ora di finire o che temiate al solo pensiero di quando vi lascerete alle spalle questi momenti, sappiate goderne ora più che mai, sappiate apprezzare le lacrime di dolore e quelle di felicità. Entrambe vi formeranno, entrambe vi saranno utili. Ora l'alcol sta scendendo e spero di essere stata utile anch'io, in qualche modo.
In questo momento non esistono il futuro o il passato, ma solo la mia capacità di agire. In ''Into The Wild'' Chris dice: ''Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila!''; allungate le mani, e se quel qualcosa vi sfugge, non smettete mai, mai di muoverle. Non abbiate paura.
Uscite e guardate il cielo, qualche volta.
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