Pagelle Ignoranti
- Giorgio Rossi - Marco Sagripanti
- 7 giu 2017
- Tempo di lettura: 3 min
GIACOMO AMAOLO: 10^n ( la n ovviamente è il numero dei suoi “maledetti”). Vanitoso, egocentrico, misterioso, blasfemo, acculturato… non è incredibilmente Vittorio Sgarbi ma uno dei nostri rappresentanti. Ostenta in maniera pacchiana un baffetto stile anni 50 alla Nino Frassica, sotto cui si celano le labbra di uno dei più grandi latin lover veregrensi. Un capello alla Gesù Cristo pieno ancora dell’olio dei panini di Mazzalupi… PUNTEREI SULLA SIMPATIA
MASSILIANO FOLLENTI: il voto te lo diamo “Domani”. Il nostro Matteo Renzi è in pieno periodo elettorale e per raccogliere consensi lo si può sempre trovare a qualsiasi attività extracurriculare dal tagliare le aiuole con Aulo al riavviare i computer con Sandro. I suoi interventi filosofico/politici sono più lunghi delle dormite durante le sue esibizioni. L’aspirante Sorrentino della foce dell’Asola ci entusiasma con continui cortometraggi emozionanti come il discorso del preside di inizio anno.
LA GRANDE SCHIFEZZA
CARLO SABATUCCI: 3 (come i voti che avrebbe preso senza le ragazzine del primo). Sguardo profondo come il programma della lista “Headlight”, bello come Raoul Bova e con la capacità espressiva di Sylvester Stallone. Maniaco dell’outfit tanto da fondare un suo marchio di vestiti (seguite @debaserclothing® su Instagram (sì, è un produce placement). Però bisogna ammetterlo,quando apre bocca con la sua voce da baritono mancato ci sentiamo tutti un po' più intelligenti.
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA
LEONARDO BORRACCETTI: 70 (come i gradi di curvatura della sua schiena). Scelto come rappresentante solo perché abbastanza alto da regolare gli amplificatori dell’auditorium. Il nostro Leo sfoggia alle assemblee la sua solita camicia da professore di filosofia fallito, occhialetto alla Bettino Craxi e fiato pesante del sabato alcolico precedente. La leggenda narra che Giacomo prima delle assemblee lo sedi per non farlo partire in una delle sue famose orazioni riguardanti l’utilità del capitale nell’attuale economia.
AUTORITARIO COME ROSITA DEL MULINO BIANCO
NICCOLÒ “LAPO ELKANN” LATINI: 18 (come le tonalità del blu dei suoi capelli). Probabilmente è il Beethoven dei nostri tempi in quanto pur non avendo l’udito anche lui è riuscito a comporre un capolavoro musicale che trasmette il gorgo dell’esistere moderno. Gli 11 voti che ha ricevuto lo hanno proiettato nell’Olimpo dei liceali facendolo sentire in dovere di esibirsi alla festa d’istituto per annunciare il suo mos maiorum.
“LA VITA È UNA SFIDA FACCIAMOGLI VEDERE CHI SIAMO”
MATTEO “IL ROMANO” SANTORI: 4 (come le nocche con cui sconfigge il male). Fine come chi usa lo stecchino e rutta a fine pasto nel ristorante di Cracco, timido e pacato, ma soprattutto attento a non far trasparire la sua opinione. Tra le sue grandi massime in un’assemblea ha dichiarato di voler dar fuoco all’Hotel House e ci ha tenuto a precisare che la sua dichiarazione non era stata fatta per cattiveria. Nel suo outfit la polo col colletto alzato è più sacra della gita a Predappio il 25 aprile.
RUSPA(NTE)
MICHELANGELO CINGOLANI: 4 (come il numero delle persone che hanno capito tutta la sua canzone)
Sarebbe un personaggio con caratteristiche nella norma se frequentasse un manicomio invece di un liceo. Sa fare praticamente qualsiasi cosa: balla, canta, scrive, disegna, spacc... ehm, si drog... no, aspetta... insomma, sa fare tante cose. Per scegliere le parole della sua ultima canzone (Dandy Candy per i fortunati che non la conoscono) ha aperto il dizionario a caso, riuscendo così a creare frasi che si sentono solo durante un esorcismo.
TRITTICO, MISTICO, AUTIST...
ASIA GHERGO: 2 (come le cover decenti). Il sorriso da chi ha appena contratto il tetano, il suo perenne colore giallo addosso da chi ha l’ittero, insomma una ragazza dai sani principi. Famosa nello sbraitare contenuti di dubbia provenienza davanti a una telecamera , infatti solo Silvia Canaletti poteva intervistarla.. ma andiamo oltre. Speriamo abbandoni subito YouTube e Facebook almeno non intasa più le nostre bacheche. Ce la teniamo comunque amica perché più in là qualche biglietto gratis non ci farà schifo.
LA DEVASTATA SOCIALE
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